Archivio Storico
Contesto gerarchico
Archivio del Principato vescovile di Trento (Archivio di Stato di Trento) \ Atti trentini I Serie \ Atti e corrispondenza
Investitura mineraria
Tipologia
sottofascicolo
Estremi cronologici
22 marzo 1676
Segnatura
Mazzo XIII "Bergwerk/Miniere", fasc. 1a (b. 52), c. 18r
Consistenza
102 cc. fascicolo interno al fasc. 1a, privo di numerazione propria delle carte, cc. 5-106 del complesso; documento registrato alle cc. 18r-23v.
Descrizione
Agendo a nome e su comando del principe vescovo di Trento, Sigismondo Alfonso Thun, il vicario minerario di Pergine e supremo delle selve, Andrea Malfatti, concede a Giovanni Antonio Comandri di Rovereto abitante in Verona, richiedente con vari suoi ricorsi e ora ricevente per sé ed eredi maschi, l'investitura in esclusiva di una miniera di ferro scoperta e aperta dallo stesso Comandri sulle montagne di Ala, giurisdizione dei Quattro Vicariati, posta fra i suoi confini, ossia "a mattina il Rivo grande, e mezzodì l'istessa montagna [di Ala], a sera la Val di Giacom' Antonio, a settentrione l'acqua detta l'Ala", definita tra i confini precisati dallo statuto minerario per quanto riguarda le dimensioni della coltivazione assunti qui per descritti. Nel documento di investitura è inserito il contratto di concessione articolato in dieci capitoli, nei quali si prevede in particolare che:
- il concessionario debba riconoscere il principe vescovo di Trento come "legittimo patrone direttario" della miniera, con quanto ne consegue per gli obblighi di rinnovo dell'investitura;
- non possa asportare "vena né in metalo dalla busa al forno dove si colarà" senza aver prima versato alla Camera vescovile di Trento la decima sul minerale e sul metallo dovuta; Comendi si obbliga a trattenere la decima in natura ("minerale") e versare in Trento alla Camera il controvalore in denaro;
- conduca nel modo corretto e ininterrotto i lavori della miniera; l'interruzione per due mesi continui dei lavori comporterà la facoltà del principe vescovo di revocare l'investitura e concederla ad altri;
- possa tagliare legname ad uso di miniera e fonderia nella misura e luoghi determinati dal vicario minerario;
- non possa "mutare busa di tal miniera" senza l'autorizzazione del principe vescovo o del vicario minerario;
- debba in caso di incidente o di "rovina" notificare per tempo al principe vescovo o al vicario minerario l'impossibilità di proseguire nei lavori, così da ottenere le necessarie deroghe agli impegni assunti con questo contratto.

Sottoscrizioni di Andrea Malfatti vicario minerario autore del documento, e di Gerolamo Martini di Valle Aperta notaio e segretario latino della cancelleria vescovile di Trento, estensore; segno e sottoscrizione del notaio Pietro Giuseppe Tosetti di Trento, attuario della cancelleria aulica di Trento, estensore della copia autentica

Copia autentica registrata agli atti 1772-1773 dal notaio Pietro Giuseppe Tosetti attuario della cancelleria aulica di Trento, dell'originale redatto da Gerolamo Martini di Valle Aperta notaio di autorità apostolica e imperiale
Lingua: italiano
Persone
Thun, Sigismondo Alfonso (principe vescovo di Trento)
Malfatti, Andrea (vicario minerario in Pergine, sec. XVII terzo quarto)
Comandri, Giovanni Antonio da Rovereto (abitante in Verona)
Martini di Valle Aperta, Gerolamo (segretario italiano/latino della cancelleria vescovile di Trento)
Tosetti, Pietro Giuseppe (notaio, attuario della cancelleria aulica di Trento)