Archivio Storico
Contesto gerarchico
Archivio del Principato vescovile di Trento (Archivio di Stato di Trento) \ Atti trentini I Serie \ Atti e corrispondenza
Costituzione di società mineraria
Tipologia
unità documentaria
Estremi cronologici
24 maggio 1734
Segnatura
Mazzo XIII "Bergwerk/Miniere", fasc. 9 (b. 55), c. 134r
Consistenza
2 cc. bifoglio sciolto, cc. 134-136 del complesso
Descrizione
Il nobile Pietro fu Antonio Antonini da Cimego aveva ottenuto dall'Ufficio minerario di Pergine l'investitura relative alle miniere di piombo indicate nel rogito 28 luglio 1720 del notaio Guglielmi di Pergine, qui solo richiamato e al quale si rinvia. Non essendo in grado di condurre da solo l'attività d'impresa, Antonini intende assumere come soci i fratelli Rodigari di Bergamo, con l'impegno di richiedere e ricevere da parte dell'attuale vicario minerario di Pergine, Pietro Andrea Eccher, l'assenso all'operazione e la relativa investitura da parte di entrambe le Camere sovrane.
Convenute perciò oggi nel luogo sopra indicato le parti interessate, Pietro Antonini assume il nobile Lorenzo fu Natale Rodigari da Albino, territorio di Bergamo, stipulante e contraente per sé e fratelli come suoi soci nell'attività della sopra citata miniera con gli oneri e onori previsti e indicati nel documento di investitura di cui è titolare Antonini; si fa eccezione per le miniere poste nella pieve di Condino e per il solo sito di estrazione in Valle Agosta, delle quali rimarrà titolare esclusivo Pietro Antonini; Antonini e i fratelli entreranno in società per la quota di metà, il tutto sotto le condizioni specificate in dettaglio in questo atto. Per quanto riguarda le spese sostenute da Antonini per la costruzione del forno fusorio sino alla data di questo atto, i fratelli Rodigari verseranno ad Antonini una tantum nel termine di tre anni la somma di 100 filippi derivante dalla loro quota di emolumenti prodotti dall'attività mineraria, detrattevi tutte le spese; il forno fusorio rimarrà d'ora in avanti in proprietà comune delle due parti.
Testimoni all'atto: don Giovanni Angelo Piombazzi curato in Cimego, Armano Clinori da Praso, Nicolò di Domenico Pizzini da Castel Condino.

Sottoscrizione di Antonio Salvini da Por pieve di Bono, notaio di autorità imperiale, rogatario ed estensore dell'originale; sottoscrizione di Giacomo Andreatta da Pergine, notaio di autorità imperiale, estensore della copia, non datata, coeva o di poco posteriore all'originale

Copia semplice della copia redatta dal notaio Andreatta, non datata, collocabile intorno all'anno 1735(*)
Lingua: latino
Note
(*) Data attribuita sulla base del ricorso (cc. 137-138 del complesso) presentato il 2 giugno 1735 alla Camera tirolese di Innsbruck dai fratelli Rodigari. Questi, ottenuta l'investitura da quella Camera, avevano avviato l'attività di estrazione del minerale di piombo dalla miniera da loro aperta e, ricavatone una certa quantità, intendevano procedere alla fusione dello stesso, incontrando però l'opposizione da parte di Antonini il quale, "vedendo egli che il negozio era incaminato mediocremente bene e che dava buona speranza di profitto", ma non potendo formalmente recedere dal contratto di società, usò ogni mezzo per impedire ai ricorrenti di ottenere dalla Camera vescovile di Trento l'investitura come contitolari di concessione mineraria.
Persone
Antonini, Pietro fu Antonio da Cimego
Eccher, Pietro Andrea (commissario vescovile trentino, vicario minerario in Pergine)
Rodigari, Lorenzo fu Natale da Albino (Bergamo)
Piombazzi, Giovanni Angelo (curato in Cimego)
Clinori, Armano da Praso
Pizzini, Nicolò di Domenico da Castel Condino
Salvini, Antonio da Por pieve di Bono (notaio di autorità imperiale)
Andreatta, Giacomo da Pergine