Archivio Storico
Contesto gerarchico
Capitanato circolare di Trento I (1814-1849) (Archivio di Stato di Trento)
Carteggio riguardante la proprietà della Mensa vescovile di Trento su immobili in Pergine e Trento
"Fürstbischöfliche Mensa dahier Eigenthums-Erhebung einiger Häuser zu Trient und Pergine. Position 604 / Geistlich von Jahr 1835" (titolo originale del fascicolo)
Tipologia
fascicolo
Estremi cronologici
24 settembre 1834 - 30 marzo 1835
Segnatura
Capitanato circolare di Trento I, Atti amministrativi, b. 48, n. 13/1835
Descrizione
La documentazione del fascicolo va ricondotta al contesto dei procedimenti con cui, a norma della risoluzione sovrana del 23 luglio 1824, l'erario statale austriaco doveva restituire alle Mense vescovili e capitolari di Bressanone e Trento, a titolo di dotazione delle nuove istituzioni diocesane, parte dei beni sequestrati ai sopra citati enti nel 1803 all'atto della secolarizzazione dei due principati ecclesiastici e della loro integrazione nei territori di casa d'Austria, beni allora incamerati dall'erario imperiale austriaco, passati poi di mano ai governi di Baviera e del Regno Italico, infine da questi in parte transitati nel 1814 alla Reggenza austriaca.(*)
Nella massa di quei beni erano comprese due case poste a Trento a Porta San Lorenzo presso Torre Vanga (negli anni 1834-1835 una era adibita a sede dell'Ufficio del dazio di consumo, nell'altra alloggiavano i secondini delle carceri di Torre Vanga) e l'immobile sito in Pergine già sede dell'Ufficio minerario, poi sede del locale Giudizio distrettuale. Nella documentazione descritta in questa scheda gli enti interessati (il Capitanato circolare e l'Amministrazione erariale austriaca in Trento; l'Ordinariato principesco vescovile e la Mensa vescovile di Trento; il Giudizio distrettuale di Pergine) discutono sulla questione della proprietà originaria di quegli immobili, al fine di stabilire se e in quali termini essi dovessero essere restituiti alla Mensa vescovile di Trento.
Si descrivono in questa scheda i due documenti di maggiore rilievo sotto il profilo informativo conservati nel fascicolo sopra indicato.(**)

Con lettera datata Pergine, 15 ottobre 1834, il Giudizio distrettuale di Pergine (titolare Iohann von Isser zu Gaudententhurm, direttore d'ufficio e giudice aggiunto Giuseppe Dallabona) risponde alla richiesta del Capitanato circolare di Trento di avere ragguagli circa lo stato di proprietà originaria dell'immobile sito in Pergine già sede dell'Ufficio minerario, poi adibito a sede del Giudizio distrettuale perginese mittente.(***)
Tracciata in sintesi la storia della giurisdizione di Pergine e del locale giudizio montanistico da inizio del XVI secolo sino al trattato del 24 luglio 1777, Dallabona tratta la questione della pertinenza in termini di proprietà dell'edificio ex sede del giudice minerario. Riferisce che "il palazzo montanistico portava sopra il suo ingresso l'arma imperiale austriaca, mentre che l'arma trentina era esposta al fianco della porta, mentre che una parte della giurisdizione (montanistica; ndt) spettava anche al Principe vescovo di Trento". Rileva che dai pochi riscontri ottenuti "la proprietà della casa dovesse essere ritenuta mista tra i due sovrani", ossia il principe vescovo di Trento e il conte del Tirolo; osserva che "nel Catastro del Comune di Pergine al N° 517 apparisce la casa in discorso allibrata alla partita della Reverendissima Mensa vescovile, ma questo aminicolo non può minimamente servire per prova della proprietà perché appoggiata a una fassione unilaterale data dai soli trentini ed accettata ugualmente dalla Commissione steorale mero trentina"; Dallabona conclude che si rende opportuno richiedere un parere alla Direzione provinciale montanistica di Hall "la quale innanzi a più anni ebbe a cedere all'Erario camerale la casa in discorso"; precisa che nel 1823 l'immobile fu valutato 3.390 fiorini con un eventuale corrispondente affitto annuo di 135 fiorini (circa il 4%) a favore dell'Erario montanistico, valori ancora validi "non avendosi i fabbricati né migliorati né peggiorati". In conclusione il direttore accenna al progetto di costruzione del nuovo immobile sede del Giudizio perginese e annesse carceri:
"Ma prima di votare per la conchiusione di un simile contratto di pigione, nel caso che la casa dovesse essere ritenuta di ragione della Mensa vescovile, l'umile scrivente Giudizio deve far conoscere che la casa non è minimamente addatata per residenza giudiziale, per non trovarsi unita l'abitazione della persona del giudice, per la cancelleria sono locali insuficienti, l'abitazione del servo d'ufficio è mancante della necessaria comodità, è troppo ristretta, gli attuali arresti sono contrari alle prescrizioni della sanità e della sicurezza; e perciò preferirebbe più a trovare un'altra casa spaziosa che potrebbe corrispondere a tutti i requisiti di una residenza giudiziale. Sopra questo argomento l'umile scrivente si riserva di riferire separatamente col giud(izial)e rapporto che in breve sarà rassegnato in questo riguardo al pendente proggetto della fabbrica di questi arresti".
(Originale; N° 14837/2336 Geistlich, protocollo del Capitanato circolare ricevente)

Con lettera datata Trento, 30 marzo 1835, l'Ordinariato principesco vescovile di Trento forniva al Capitanato circolare di Trento le informazioni richieste dal Capitanato stesso in merito alla proprietà delle due case a Porta San Lorenzo di Trento, dichiarate di piena proprietà della Mensa vescovile, e dell'immobile di Pergine già sede dell'Ufficio minerale: sulla base della circostanziata relazione predisposta da Filippo Consolati, già consigliere aulico di Trento dell'ultimo principe vescovo di Trento, Pietro Vigilio Thun, allegata alla lettera di cui sopra, si affermava e si intendeva dimostrare che la Mensa vescovile di Trento era proprietaria per la metà indivisa della "Casa minerale in Pergine in cui ha ora la sede il Giudizio di Pergine".
(Originale; N° 4901/835 Geistlich, protocollo del Capitanato circolare ricevente)

Lingua: italiano, tedesco
Strumenti di ricerca
Archivio di Stato di Trento, Sala studio, Indice n. 18 (consistenza del fondo), Indice n. 88 (indici e reperrtori del fondo).
Note
(*) Per una puntuale disamina di queste vicende molto complesse sotto il profilo istituzionale e giuridico, si veda Josef Kögl, La sovranità dei vescovi di Trento e Bressanone. Diritti derivanti al clero diocesano dalla sua soppressione, Trento 1964, pp. 393-526, in particolare pp. 471-484 in relazione al contenuto di questa scheda; inoltre Mauro Nequirito, Il tramonto del Principato vescovile di Trento, Trento, 1996, pp. 329-352.
(**) Analoga e corrispondente documentazione, compresa quella descritta in questa scheda, è conservata in Archivio Diocesano Tridentino di Trento, archivio dell'Ordinariato vescovile, Libro B, vol. 342 (anno 1835), documento n° 720 in fascicolo.
(***) Dopo l'unione del Trentino alla contea principesca del Tirolo (1814), per quanto riguardava l'ambito montanistico la Reggenza tirolese stabilì, in via provvisoria e fatte salve future disposizioni in materia, che le patenti di concessione mineraria venissero rilasciate dal Capitanato del Circolo di riferimento, mentre "la procedura, e la decisione delle controversie in oggetti montanistici spetta nella via politica al Capitaniato del Circolo, e nella via civile alle ordinarie Autorità giudiziarie" ("Raccolta delle leggi provinciali pel Tirolo e Vorarlberg (...)" per l'anno 1814, Trento, 1 marzo 1814, capitolo 50 "Bergwesen / Miniere", pp. 181-182, §§ 162-163). Le funzioni di ambito giudiziario svolte dall'antico tribunale montanistico di Pergine (inizio del XVI secolo - caduta dell'Antico regime) furono quindi attribuite al giudice ordinario del distretto di Pergine nella sua veste supplementare di "Berggerichts-Susbstitution Persen" / Sostituto del giudizio minerario di Pergine": questa denominazione ufficiale compare dal 1795 fino alla soppressione dell'ufficio con la legge montanistica generale del 1854 (patente imperiale 23 maggio 1854).
Dal secondo Settecento e almeno fino al 1804 il giudice minerario di Pergine faceva riferimento alla Direzione mineraria ("Bergwesendirektorat / Direttorato montanistico") di Schwaz per le questioni tecniche e amministrative. Dopo l'approvazione dello Statuto della contea principesca del Tirolo (patente imperiale 24 marzo 1816), recependo il decreto della Camera aulica del 16 aprile 1816 conseguente alla risoluzione sovrana del 18 marzo 1816, la Reggenza della contea approntò la nuova "Organizzazione delle Autorità montanistiche": vi si annunciava fra l'altro l'istituzione del nuovo "Imperiale Regio Giudicio montanistico pel Tirolo e Vorarlberg residente in Hall" con superiori competenze per quanto riguardava i procedimenti di giustizia, gli "alti diritti regi e feudi montanistici" per il Tirolo e Vorarlberg ("Raccolta delle leggi provinciali pel Tirolo e Vorarlberg (...)" per l'anno 1816, n. 79, 28 aprile 1816, p. 1240 ss., in particolare p. 1252 punto 19c).
Persone
von Isser zu Gaudententhurm, Iohann (giudice distrettuale in Pergine, 1834-35)
Dallabona, Giuseppe (aggiunto/sostituto giudice distrettuale in Pergine, sec. XIX terzo quarto)
Consolati, Filippo (consigliere aulico di Trento, cancelliere del Consiglio di Trento, Francia))