Archivio Storico
Contesto gerarchico
Archivio del Principato vescovile di Trento (Archivio di Stato di Trento) \ Libri copiali II Serie
Lettera
Tipologia
unità documentaria
Estremi cronologici
10 novembre 1764
Segnatura
vol. 49, c. 8r
Consistenza
4 cc. testo alle cc. 8r-9v (numerazione a stampiglio) dell'unità in volume: corrispondenza spedita alla cancelleria aulica di Trento proveniente dal distretto di Pergine e dall'Ufficio minerario di Pergine, cc. 354 complessive.
Descrizione
Il vicario minerario di Pergine, dottor Giovanni Battista Gentili, ripropone al Consiglio aulico di Trento la questione dell'imposta di decima sul rame ricavato dalle miniere di Val di Fiemme: il punto cruciale della questione stessa risiede nelle modalità di riscossione della decima, se in natura ovvero sulla "vena estratta", o in rame prodotto ovvero nel corrispettivo in denaro, con gli annessi vantaggi e svantaggi per ciascuna delle tre soluzioni possibili.
Gli imprenditori barone de Buol, Giuseppe de Mersi e il signor Pfeifersberg, tutti di Innsbruck, ottennero anni addietro la concessione su tre miniere di rame in Val di Fiemme; estratta una certa quantità di "vena", prima di passare alle operazioni di fusione, richiesero e ottennero da entrambe le Camere di Trento e di Innsbruck l'esenzione dall'imposta di decima per tre anni dal 1759 al 1761(*), restando invece obbligati a versare il prescritto "dazio del forno" nella misura di un fiorino per centinaio di libbre alla misura di Vienna di rame fuso, pagato regolarmente per tre anni come risulta dai libri di conto del vicario Gentili. Scaduto il periodo di esenzione dalla decima, il vicario Gentili aveva informato le Camere di Trento e Innsbruck, la Direzione mineraria di Schwaz e i tre imprenditori interessati che avrebbe proceduto alla riscossione della decima; occorreva tuttavia stabilire prima le modalità di riscossione. Da Schwaz gli fu risposto che si doveva riscuotere la decima sul minerale utile estratto ("vena"): il vicario Gentili fa presente "di quanto grave incomodo e poco guadagno" riuscirebbe la soluzione di "ricevere il materiale in natura", a causa delle spese che comporterebbero le operazioni di fusione del minerale di decima, ossia approvvigionamento del carbone, trasporto del materiale alla fonderia, salari di maestranze specializzate e operai, ragioni per le quali secondo il vicario Gentili sarebbe molto più utile e proficuo riscuotere un "quid fixum" in denaro, da concordare con gli imprenditori.
Il vicario Gentili riferisce della sua ispezione compiuta quest'anno alla miniera e alla fonderia presso Predazzo: la seconda fu ritrovata in buono stato, la seconda, posta sul monte sopra Predazzo a due ore di cammino, non fu visitata causa principio di malattia del vicario. Riferisce dei contatti epistolari con Giuseppe de Mersi, direttore delle tre miniere, in merito alla sopra citata questione della decima; espone infine la questione della decima sulle terre verdi e rosse [estratte in Brentonico], la condotta della quale era stata concessa tempo addietro a Francesco Baroni di Sacco, consigliere del Consesso del Commercio in Innsbruck.

Sottoscrizione e sigillo del mittente, Giovanni Battista Gentili

Originale
Lingua: italiano
Strumenti di ricerca
Archivio di Stato di Trento, Sala studio, Indice n. 25, Repertorio dei Libri copiali II Serie ("Repertorium der trientner fürstbischöflichen politischen Akten vom Jahre 1732 bis 1797", Trento, 1839).
Note
(*) Con lettera datata 14 ottobre 1757, Trento, il coadiutore vescovile e amministratore plenipotenziario di Trento, Francesco Felice Alberti d'Enno, aveva comunicato allo stesso vicario minerario Gentili, che, in linea con la prassi seguita in passato in casi analoghi e sulla base del parere favorevole espresso dalla Direzione mineraria di Schwaz alla richiesta dell'interessato, aveva deciso di accordare a Joseph von Pfeiferberg e soci l'esenzione per tre anni dal versamento della decima sul minerale estratto dalla miniera [di rame posta in Val di Fiemme; ndt] della quale loro avevano ricevuto di recente la concessione, riservato e salvo il consueto tributo "del colo, solito prestarsi in ragioni d'un fiorino per ogni centenaro" (centinaio di libbre) di metallo prodotto, imposta spettante e destinatata metà ciascuna alle Camere di Innsbruck e di Trento (stesso fondo, stessa serie, vol. 33, n. 401 di repertorio; copia di cancelleria).
Persone
Gentili, Giovanni Battista (notaio, cancelliere dell'Ufficio criminale della giurisdizione di Pergine; anche sindaco della comunità di Pergine)
de Mersi, Giuseppe di Innsbruck (imprenditore minerario)
von Buol di Innsbruck (barone, imprenditore minerario)
Pfeifersberg di Innsbruck (imprenditore minerario)