Archivio Storico
Contesto gerarchico
Atti dei notai, Giudizio di Pergine (Archivio di Stato di Trento)
Testamento
"Testamento noncupativo del molt' illustre e clarissimo signor delle leggi dottore Pietro Andrea Eccher dall'Ecco vicario minerale e supremo delle selvi (sic) in Pergine" (rubrica dell'atto, c. 55v)
Tipologia
unità documentaria
Estremi cronologici
27 febbraio 1740
Segnatura
Notaio Giacomo Andreatta, busta V, protocollo 1740, c. 55v
Consistenza
7 cc. Testo alle cc. 55v-61r del protocollo: registro, guardia anteriore in cartoncino, 1-186 [e 187] (numerazione originale), 1 c. bianca finale non numerata, guardia posteriore in cartoncino, legatura in cartone, in I di coperta "Fascicolo XVI 1740", sul dorso "Protoc(ollum) anni 1740".
Descrizione
Pietro Andrea Eccher da Caldonazzo, figlio del fu signor Evangelista Eccher da Folgaria, nobile imperiale, vicario minerario e supremo delle selve in Pergine in nome dell'imperatore come conte del Tirolo e del principe vescovo di Trento, detta al notaio rogatario Andreatta sotto scritto il proprio testamento:
- dispone la propria sepoltura nella chiesa parrocchiale di Pergine "e nel deposito vicariale minerale posto avanti l'altare di Santa Barbara" con l'intervento di tutti i sacerdoti di Pergine, e di altri eventualmente presenti;
- alla cerimonia funebre è invitata anche la Confraternita dei Disciplinati [di San Carlo in Pergine], comandando che a ciascuno dei confratelli sia consegnata una candela; ordina la celebrazione del terzo, settimo, trigesimo e anniversario con otto messe per ciascuna ricorrenza, e una relativa congrua elemosina;
- ordina la celebrazione immediatamente dopo la sua morte di 300 messe a cura della sua consorte e dei sotto nominati commissari testamentari;
- destina a titolo di legato al Beneficio della Primissaria di Caldonazzo un capitale attivo di 200 ragnesi con le relative rendite;
- dispone a favore della moglie, signora Maria Isabella figlia dell'illustre signor Carlo Gerolamo Armani di Tenno, oltre la restituzione della di lei dote ammontante a 500 ragnesi di moneta trentina, tutti i frutti della dote stessa sinora non percepiti, un capitale attivo di 400 ragnesi, "tutti i suoi mobili ad uso di dona", tutte le entrate di rendita spettanti al testatore e non ancora percepite al momento della di lui morte, la gioielleria di casa, arredi e vari mobili di casa, e l'usufrutto vita sua durante dell'orto comprato dal testatore per 260 ragnesi; inoltre un altro capitale attivo di 900 ragnesi;
- una volta estintosi il diritto di usufrutto spettante alla moglie, questo e il sopra citato capitale di 900 ragnesi passeranno al signor Luca Evangelista Eccher nipote del testatore; nel caso che questi non rispetti quanto stabilito dal testatore a suo carico, ossia il divieto di ingerirsi in altre questioni ereditarie, cessato quel diritto di usufrutto coniugale, l'orto e il capitale passeranno in disponibilità dell'Ospedale di Santo Spirito in Pergine "governato da questa spettabile Comunità" di Pergine; i reggenti dovranno mettere a frutto il capitale complessivo, ammontante a 1.160 ragnesi, riservando a favore del detto ospedale la somma di 20 fiorini detratti dalle rendite ottenute.
Detta quindi altre disposizioni relative alla destinazione di altri suoi capitali attivi, compresi i 300 fiorini alemanni percepiti come giudice vicario della giurisdizione di Caldonazzo e come vicario minerario, e passivi nei confronti di diversi creditori e debitori; destina un legato a favore di suo fratello don Cristano arciprete di Calceranica consistente in "dodeci careghe coperte" che il testatore gli aveva prestato al tempo della trascorsa visita pastorale del vescovo di Feltre e tuttora rimaste a Calceranica, alle quali aggiunge "la sua sedia che di presente si ritrova avere in questa Casa regia minerale".
Dispone la successione ereditaria rispetto ai beni soggetti al vincolo del fedecommesso istituito dal defunto suo padre Evangelista. Designa erede universale di tutti i restanti beni "la caosa pia cioè l'anima d'esso signor testatore": ordina che, dopo la sua morte, tutto ciò che rimarrà al netto delle altre disposizioni sopra stabilite, i commissari provvedano a venderlo convertendo il ricavato "in suffragio dell'anima sua e dei suo antecessori".
Sono designati commissari ed esecutori testamentari i sacerdoti don Francesco Akpruni attuale beneficiato dell'altare di Santa Barbara nella pieve di Pergine, e don Pietro Fizzer cooperatore dell'arciprete di Pergine, destinando a ciascuno di loro la somma di 100 ragnesi da 4.5 troni l'uno a titolo di compenso per l'ufficio loro assegnato, con facoltà loro assegnata di potersi "reintegrare proportionabilmente de' loro impieghi nel maneggio di quest'affare".
Testimoni all'atto: Gabriele fu Baldassarre Romanese chirurgo, Giacomo Tommaso fu Tommaso Salvadori, Giovanni fu Pietro Girardi, Michele di Matteo Venturini, questi abitanti in Pergine; Carlo Isidoro chierico diacono, Giuseppe Gioacchino e Giovanni Pietro figli del notaio Giacomo Andreatta sottoscritto.

Sottoscrizione del notaio Giacomo Andreatta rogatario

Registrazione in protocollo notarile
Lingua: italiano
Strumenti di ricerca
Archivio di Stato di Trento, Indici nn. 41-42 di Sala studio
Note
Nel testamento del vicario minerario Eccher non compare alcun cenno alla Confraternita dei minatori di Pergine, né al Beneficio di Santa Barbara nella pieve di Pergine come eventuali destinatari di disposizioni testamentarie; compare invece il sacerdote cappellano titolare del beneficio stesso don Alpruni, destinatario a titolo personale nel suo ruolo di commissario ed esecutore testamentario del relativo compenso in denaro stabilito per lo svolgimento di tale compito, ma non in quanto beneficiato di Santa Barbara.
Identico rilievo negativo si riscontra nel testamento del vicario minerario Andrea Malfatti, rogito del notaio Antonio Refatti di Pergine di data 14 novembre 1693, Pergine,"in hippocausto Domus regiæ ac Officii mineralis habitationis infrascripti clarissimi domini testatoris" (Archivio di Stato di Trento, Notai del Giudizio di Pergine, notaio Antonio Refatti, busta IX, protocollo 1693, cc. n.n.), Il vicario Malfatti, deceduto pochi giorni dopo (al 26 novembre è "quondam") dispose la propria sepoltura "in monumento venerabilis Confraternitatis Centuræ" eretto nella chiesa arcipretale di Pergine, la celebrazione di obito, terzo, settimo, trigesimo e anniversario con le relative messe, la celebrazione di messe per i confratelli defunti del detto sodalizio; dispose legati per le figlie Angela e Caterina, con la rispettiva loro legittima "de iure debita" sui beni del testatore; designò la signora Maria sua moglie padrona e usufruttuaria, al pari delle figlie e figlio erede, dei beni del testatore; essendo Maria curatrice e tutrice delle figlie e figlio erede; erede il figlio Pietro Antonio.
Soggetto produttore
Notaio Andreatta, Giacomo da Pergine (notaio e cancelliere della Giurisdizione di Pergine)
Persone
Eccher dall'Ecco, Pietro Andrea di Evangelista da Caldonazzo (vicario minerario in Pergine)