Contesto gerarchico
Archivio del Principato vescovile di Trento (Archivio di Stato di Trento)
\
Atti trentini I Serie
\
Atti in giudizio e corrispondenza
\
Atti in giudizio
Costituto
Tipologia
unità documentaria
Estremi cronologici
20 aprile 1679
Segnatura
Mazzo XIII "Bergwerk/Miniere", fasc. 6 (b. 54), "1679-1680", c. 1v
Descrizione
Citato il 15 aprile 1679 a comparire in Castel Pergine davanti ai due commissari, Alberti Poia e Mayr, incaricati di condurre il processo inquisitorio a suo carico, il vicario minerario Andrea Malfatti richiede che, prima di procedere, il notaio Giovanni Domenico Todeschini venga rimosso dal ruolo di attuario del processo stesso, in quanto dichiarato da Malfatti suo nemico personale essendo Todeschini cognato di don Giovanni Battista Rusca, pure questi nemico acerrimo dello stesso Malfatti; Todeschini si dimette spontaneamente e la commissione provvede a designare un altro attuario al suo posto.
Interrogato dai commissari stessi a proposito della vicenda della miniera di ferro presso Ala, Andrea Malfatti dichiara che egli aveva concesso a Carlo Corobioli di Verona l'investitura per quella miniera, dapprima in società con i fratelli Francesco e Luigi/Aloisio Badilli di Verona, poi al solo Corobioli per sé e figli, essendo i Badilli decaduti da ogni loro diritto per inadempienza alle clausole contrattuali dell'investitura che avevano ottenuta, come appare dalla querela sporta al vicario Malfatti dal socio Corobioli in quanto rimasto in effetti unico investitore in denaro nell'impresa per diverse migliaia di fiorini e avendo egli così portato la miniera "a total perfetione" a vantaggio tanto principi territoriali "come a ben publico"; per questo i Badilli avevano citato in giudizio lo stesso vicario Malfatti. Questi, dopo sue indagini condotte personalmente a Verona, rilevò che dietro il nome apparente e "finto" dei fratelli Badilli agivano in realtà i fratelli Vincenzo, Antonio e Bartolomeo Pedrotti da Val di Sole abitanti a Verona, sprovvisti però di denaro proprio da investire nell'impresa come soci del Corobioli. Malfatti aveva promesso a quest'ultimo di rinnovargli l'investitura solo per sé e suoi figli maschi (condizione vincolante posta dal Corobioli stesso per continuare a investire nell'impresa) visto il decreto di possesso del principe vescovo di Trento in suo favore.
Concorreva a ricevere quell'investitura anche Giovanni Antonio Comandri di Rovereto abitante a Verona: questi si era recato a Pergine per ottenere la concessione, e poi sui monti di Ala nel sito della miniera, come da impegno inserito nell'atto di investitura. Mentre si trovava ancora a Pergine, Comandri incontrò don Giovanni Battista Rusca "inimico capitale" dichiarato del vicario Malfatti; "discorrendo con questo che per fortuna haveva seco un tal Curtio che fa dell'archemista, [don Rusca] lo divertì che non dovesse dipendere dall'Officio minerale in ricever l'investiture delle miniere del ferro, ma che dovesse andar immediatamente al Consilio di Trento a ricever l'investitura". Sorse questione trattata in Consiglio vescovile di Trento; il principe vescovo ordinò al segretario Martini di scrivere a Malfatti comandandogli di procedere a suo nome a concedere l'investitura nella persona di Comandri.
Rilettogli il testo delle sue deposizioni registrate dall'attuario della causa, Andrea Malfatti dichiara di confermare "il presente mio esame"(*).
Originale
Lingua: italiano, latino
Note
(*) Espletata la procedura, i commissari inquisitori delegati intimano al vicario Malfatti che, sino ad altra decisione, non debba allontanarsi dal castello di Pergine mantenendosi entro i confini qui precisamente indicati e di non parlare con alcuno senza permesso del capitano del castello, sotto pena di 1.000 fiorini da applicare in parti uguali alle Camere fiscali tirolese austriaca e principesca vescovile trentina; in tempo di udienza, Malfatti dovrà sempre farsi trovare nella parte superiore del castello stesso.
Persone
Alberti Poia, Francesco Antonio (consigliere vescovile, poi cancelliere)
Mayr, Giovanni Ernesto
Malfatti, Andrea (vicario minerario in Pergine, sec. XVII terzo quarto)
Todeschini, Giovanni Domenico da Pergine (notaio)
Rusca, don Giovanni Battista da Pergine
Corobioli, Carlo da Verona
Badilli, Francesco da Verona
Badilli, Luigi Aloisio da Verona
Pedrotti, Bartolomeo dalla Val di Sole (abitante in Verona)
Pedrotti, Vincenzo dalla Val di Sole (abitante in Verona, concessionario della miniera di ferro di Levico)
Pedrotti, Antonio dalla Val di Sole (abitante in Verona)
Comandri, Giovanni Antonio da Rovereto (abitante in Verona)