Contesto gerarchico
Archivio del Principato vescovile di Trento (Archivio di Stato di Trento)
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Atti trentini I Serie
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Atti in giudizio e corrispondenza
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Atti in giudizio
Deposizioni testimoniali
Tipologia
unità documentaria
Estremi cronologici
15 ottobre 1753 - 22 dicembre 1753
Segnatura
Mazzo XIII "Bergwerk/Miniere", fasc. 6 (b. 54), "1752-1758", c. 50r
Descrizione
Si procede all'escussione dei testimoni delle parti Schelfi e Zanini; l'attuario del vicario registra in originale le deposizioni e ne estrae copia destinata all'Ufficio minerario di Pergine; i testimoni citati sono tutti uomini di Brentonico, con cognizione in causa per esperienza diretta. Si riportano qui di seguito gli estratti di alcune deposizioni.
Antonio Paina teste Schelfi, lavorante di campagna: depone che Domenico suo fratello gli aveva riferito che Donato, altro suo fratello, gli aveva detto che Giacomo Antonio Zanini "l'aveva lusingato ad insegnargli la miniera di terra verde che aveva ritrovato il Schelfo con belle parole, con promesse vincendevoli d'insegnargli quella dell'oro e dell'argento, e che so io" (c. 50r).
Stefano Marinelli teste Schelfi è lavorante di campagna e lavora nelle miniere di terra verde durante la stagione invernale (c. 57r).
Bono Moschin teste Schelfi lavora "di canoppo" da tredici anni "in quelle buse": afferma di aver così potuto notare che "le vene di dette miniere portano verso detto monte del Trettizuolo", e che egli stesso ha trovato una vena di terra verde che porta in quella direzione (cc. 61r-63v).
Domenico Tonetta teste Zanini, cinquant'anni d'età, ha lavorato per dodici anni nelle cave degli Zanini e per un inverno nelle cave del signor Eccheli; dichiara che le vene di terra verde dei signori Zanini all'interno camminano all'inizio sotto l'Acqua dell'oro, e poi piegano in direzione del monte Trettazuolo della comunità di Avio attraversandolo per intero nel sottosuolo (cc. 64r-65v).
Bartolomeo fu Andrea Balista teste Zanini, età 46 anni, campanaro, lavorante di campagna, ha lavorato nelle "buse" degli Zanini: afferma di non sapere se "le buse" siano mai state misurate, però ricorda che un tempo "si adoperavano vechiamente sino undici, dodici ed anco quindici lumi per andar dentro", segno che le cave si inoltravano per molte pertiche all'interno del monte, mentre "al presente si fa con un solo lume "perché lo conduce quello della barella"; afferma di avere cognizione diretta di quanto deposto per aver lavorato nelle "buse" quando il torrente Aviana "sboccò entro nelle miniere de' signori Echeli, e da quelle poi entrò in quelle del signor Zanini" (cc. 65v-66v).
Giuseppe fu Giuseppe Schelfi di Brentonico, età 30 anni, figlio di famiglia, da tredici anni "canoppo" e "operario nelle miniere" degli Zanini: dichiara che sei anni fa si trovava sui monti di Avio con Giacomo Antonio Zanini, che costui teneva un coltello "col quale andava sbisegando (= frugando; ndt) su per la montagna del Trettazuolo", alla ricerca di vene coltivabili di terra verde, e che accadde per altre volte in seguito; precisa che le montagne di Cola e del Trettazuolo sono della comunità di Avio, mentre il Tret di Spin spetta a Malcesine, sono montagne unite una all'altra bensì distinte e distinguibili (cc. 70r-72r).
Alle cc. 78r-91r sono registrate altre deposizioni rese dai testimoni di parte Zanini, 20 novembre - 22 dicembre 1753.
Copia coeva registrata agli atti del vicario minerario
Lingua: italiano, latino
Persone
Zanini, Giacomo Antonio (proprietario di cave di argilla in Brentonico)
Schelfi, Bartolomeo fu Giorgio da Brentonico
Paina, Domenico fu Stefano
Paina, Antonio (lavorante di campagna)
Paina, Donato
Marinelli, Stefano (lavorante di campagna e minatore)
Moschin, Bono (minatore)
Tonetta, Domenico (minatore)
Balista, Bartolomeo fu Andrea (campanaro, lavorante di campagna e minatore)
Schelfi, Giuseppe fu Giuseppe da Brentonico (minatore)
Uomini di Brentonico