Archivio Storico
Contesto gerarchico
Archivio dei baroni a Prato di Segonzano (Archivio Provinciale di Trento)
Registro contabile di fucina e di miniera
"N°. 17. Questo libro contienne ed l'è inventario de pichi, di sevo, di farina di segala, di formento, de miglio, obermel, di smalzo, di lardo, di sale, di formaggio de capra, de peghora, del dolce, poina, scarpe, stochfiss, renghe, manare, barette, sede, cendali, damaschi, panno veronese, inglese, beri, feltrin, nerling, terlis a(nno) 1520" (su cartiglio aderente in I di coperta)
Tipologia
registro
Estremi cronologici
01 gennaio 1520 - 23 maggio 1521
Segnatura
subfondo "Giovanni Battista di Giroldo a Prato", serie Registri, n. 1142 dell'inventario
Consistenza
66 cc. registro composto da tre fascicoli (I e II con 10 fogli ciascuno, III con 13) per un totale di 66 carte; numerazione originale differenziata sulle due sezioni che compongono l'unità documentaria: - nella prima sezione (contabilità della fucina), le carte sono numerate 39-59 sul verso in alto a sinistra (scritte le cc. 41-43, 53 e 58-59); sezione evidentemente mutila di una prima parte 1-38, come del resto si desume dal rendiconto tenuto da Giorgio Crivelli in cui ricorrono i riferimenti ai dati contabili di dettaglio registrati nella parte mancante con il richiamo alle posizioni di carta (si va da c. 3 sino a c. 36); - nella seconda sezione (libro-giornale dell'attività e produzione di miniera), vi sono due carte bianche iniziali (la prima munita di segnalibro in cartoncino apposto sul margine esterno, la seconda con l'elenco dei 15 pozzi oggetti del documento contabile di questa sezione), da qui in avanti le carte sono numerate 1-17 sul recto in alto a destra, salto 18-69 denotante l'esistenza di un'altra parte poi rimossa o non assemblata, e 70-95, molte delle quali bianche; filigrana (unica): corona con diadema a tre fioroni, sormontata da croce latina; legatura in pergamena (foglio ricavato da un codice medievale di ambito giuridico), piatti di coperta in cartone; in I di coperta, il cartiglio con la denominazione originale indicata sopra.
Descrizione
Il documento contabile si compone di due sezioni.
La prima (cc. 39-59, scritte solo in parte, redatta in italiano) riguarda la gestione della fucina di proprietà a Prato(*) tenuta da Giorgio Crivelli ("soto lo manezo de mi Zorzi Crivel") riferita all'impianto considerato come soggetto d'impresa. Alle cc. 41-43 sono registrate le quantità di "vena" (minerale puro, in stari e quarte) conferite e cedute alla fucina fra il primo gennaio e il 22 agosto 1520 (le ultime registrazioni sono però datate al mese di luglio). Le prime registrazioni (c. 41v, gennaio e febbraio 1520) recitano:
"La fosina di dar adì ** de zenar per stari 74 2/4 vena como apar in questo a c(arta) 3, lire 196 carantani 10 (...)".
"Di de ** febrar per stari 10 1/4 vena in questo [a] c(arta) 3, lire 26 carantani 6 (...)".
"Di dar per la condetura (sic) da le buse a la fosina de la sopra scritta vena carantani 1 del staro, lire 7 carantani 3".
Il totale del minerale conferito alla fucina a Prato e trattato presso l'impianto ammonta a 2.193 stari, per un valore totale di oltre 6.450 lire; Crivelli annota che 67 i quei 2.193 stari di minerale sono stati ceduti alla fucina da "Gasper Vamon (?)", e che i rimanenti 2.126 provengono dalle "minere" di Giovanni Battista a Prato; detratto l'affitto di 6 carantani per staio da corrispondere alla fucina per il trattamento del minerale, restano per "lo amontar de la soprascritta vena" circa 5.388 lire di ricavo per il titolare a Prato.
A c. 53v sono annotate le poste di spesa a carico della fucina per compensi dovuti al "moleta", "ali smelzeri et rostidori", e a "Morter coler" (carbonaio). Alle cc. 58v-59r sono registrate le voci di spesa straordinarie della fucina per acquisto di generi alimentari (fra cui lo stoccafisso), carbone e legna da ardere destinata alla fucina: "dì 20 aprile per contadi a Leonardo de Lazer de Rovereda per haver conduto legna a la lenta, in z(ornal)o a carta 94, lire 4 carantani 0".

La seconda sezione (cc. 1r-94v, molte bianche interne, redatta in tedesco) si apre con l'elenco dei 15 pozzi di miniera attivati da Giovanni Battista a Prato nella zona di Viarago; i pozzi sono indicati secondo il titolo dei rispettivi santi protettori: "zu sand Jorgen, sand Jacob, sand Anna, Unnser(n) Fraw(e)n Schmitt(e)n. sand Gedrawtt(e)n, sand Sebastiann, zu Unser(n) Frawen Múntzemon (Nostra Signora / Santa Maria di Monte Summano o del Summano, Vicenza), sand Johanns, sand Jacob, Unser/n) Frawen altn zech, sand Augustin, sand Daniel, sand Martein, sand Vylipp und sand Jacob in Kresprun, zun (sic) 14 Nothelfern". Per ciascuno di essi è indicato il minatore operante in regime di affitto ("lehenschaft"), il quantitativo di minerale grezzo ("halbnertz") estratto e ripartito, il corrispondente valore in denaro, le poste di uscita per acquisti di materiali, opere di muratori e falegnami e altro, e il salario corrisposto per prestazioni di lavoro ("hernarbeyt") fornite da manodopera assunta e retribuita a tempo direttamente dal proprietario ("herr") della miniera. Fra i concessionari di miniera (esclusi quindi i numerosi operai a tempo dello "herrnarbeit"), ai quali sono intitolati i vari comparti, sono indicati: "Uel Fyscher, Plasy Súndl, Casper Gugler, Steffan Praettschoppff, Hanns Rätschacher, Partl Undterperger, Antony Warg, Wolfgang Schwab, Michel Pewnttner, Cristan Dräxl, Hanns Zinck, Wolfgang Zeller, Walthawsser Schmid, Martein Kramer, Stoffl Edder, Jorg Pfaffinger, Lyendl Grueber, Uel Schattl, Andre Neppl, Waltawsser Andre, Wastl Ebnner, Primus Mattuch, Sygmund Scharnitzer, Casper Huebman, Cristan Ecker, Walthawsser Grueber, Hans Zeller und sein mitgesellen, Cristl Pÿrchner, Hanns Kratzer und sein mitgesellen, Michel Täffinger, Mathes Altenmarckter [und] sein mitgesellen, Symon Strangl".
L'unico dato esplicito di provenienza geografica riguarda "Mathes von Koppfstain" (c. 84r).
Se non si tratta di un caso di omonimia, il "Mathes Altenmarckter" nominato più volte nel documento contabile (cc. 71v, 90r, 92r, 93r) come concessionario con soci del pozzo "Unser frawen alten zech" di Viarago, è probabilmente lo stesso che in seguito (1545-1553) fu giudice minerario in Pergine.
Nel comparto dei compensi dovuti alla manovalanza a tempo sul pozzo "Unser fraw Muntzemon", 23 febbraio 1521 (c. 83v), una posta riguarda la Confraternita dei minatori ("in dÿ pruederschaft").

Originale
Lingua: italiano, tedesco
Strumenti di ricerca
"Famiglia baroni a Prato di Segonzano. Inventario dell'archivio (1209; 1300-2008), a cura di Elena Bertagnolli, Ornella Bolognese, Cinzia Groff, Francesca Tecilla, Provincia autonoma di Trento, Soprintendenza per i Beni librari archivistici e archeologici, 2012, pp. 402-403, schede inventariali n. 1201 (serie) e n. 1202 (unità); online al sito https://www.cultura.trentino.it/archivistorici/inventari/1805574
Note
(*) Non è indicata la posizione dell'impianto: forse quello di Canezza sul corso del rivo Rigolor, che il 7 giugno 1517 Giovanni Battista a Prato aveva acquistato da Wolfgang Schöchtl e Giorgio Puchler (cfr. la scheda precedente relativa al documento di compravendita conservato al n. 395 dell'archivio dei baroni a Prato); in alternativa, poteva trattarsi degli impianti costruiti dallo stesso Giovanni Battista a Prato nella zona di Viarago in prossimità dei pozzi.
Soggetto produttore
a Prato, Giovanni Battista di Giroldo
Persone
Minatori di Viarago
a Prato, Giovanni Battista di Giroldo (imprenditore minerario in Pergine)
Crivelli, Giorgio da Pergine (fattore/amministratore a Prato)