Contesto gerarchico
Archivio del Principato vescovile di Trento (Archivio di Stato di Trento)
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Sezione latina
Lettera
Tipologia
unità documentaria
Estremi cronologici
09 gennaio 1540
Segnatura
capsa 66 n. 7
Consistenza
2
cc.
un bifoglio sciolto per 2 cc. numerate a lapis da mano moderna; sul verso di c. 2, la nota di destinazione della lettera e residui di un sigillo aderente deperdito, attribuibile al mittente della lettera Francesco Monte; nella stessa posizione, la segnatura archivistica dell'unità (1759-1762) e il timbro dello Statthalterei-Archiv di Innsbruck (sec. XIX seconda metà).
Descrizione
Francesco Monte ("dal Monte") da Verona scrive a Nicolò Madruzzo, fratello di Cristoforo principe vescovo di Trento, a proposito della miniera di allume di rocca della quale lo scrivente aveva dato informazione allo stesso principe vescovo. Nicolò Madruzzo aveva confidato allo scrivente che vi erano buone possibilità di far ottenere a lui e alla sua famiglia l'investitura di quella miniera da parte del re dei Romani, non essendovi alcun ostacolo da parte del principe vescovo e del suo Consiglio, tuttavia senza poterlo rassicurare del tutto circa l'esito della vicenda. Francesco Monte annuncia che verrà a Trento la prossima Quaresima portando con sé un esperto della materia ("uno magistro experto") il quale in presenza di Nicolò Madruzzo produrrà l'allume con il sale minerale estratto dal sito del quale il Monte intende essere investito, così da fugare ogni dubbio sugli esiti positivi dell'impresa e ottenere la desiderata investitura. Francesco Monte dichiara di averla peraltro già richiesta al Consiglio di Reggenza di Innsbruck ancora nel 1517, ma invano; anzi, i consiglieri tirolesi insistettero allora ripetutamente ("da quelli signori fui stangezato più zorni") nel pretendere che egli indicasse precisamente il sito minerario, poiché solo a questa condizione gli sarebbe stata concessa l'investitura; il rifiuto opposto da Francesco Monte di rivelare l'esatta ubicazione della cava fece cadere nel nulla l'iniziativa(*).
Sottoscrizione [e sigillo] di Francesco Monte, autore e mittente
Originale
Lingua: italiano
Strumenti di ricerca
P. Giuseppe Hippoliti ofm, p. Angelo Maria Zatelli ofm, "Archivi Principatus Tridentini regesta. Sectio Latina (1027-1777)", edizione a cura di p. Frumenzio Ghetta ofm, p. Remo Stenico ofm, Trento, 2001, ad vocem di repertorio.
Note
(*) Altre vicende riguardanti la miniera di allume oggetto della lettera descritta in questa scheda sono narrate nella documentazione conservata in Sezione latina, capsa 66 n. 13, contenente:
- l'atto di obbligazione datato 2 settembre 1541, Verona, in Contrada San Fermo nella casa di Matteo Boldracco, destinatari il principe vescovo di Trento Cristoforo Madruzzo e suo fratello Nicolò, in forza del quale il notaio Francesco fu Cristoforo Monte da Verona, Matteo Boldracco "deli Avogari" da Riva del Garda abitante a Verona e Alessandro fu Giovanni Matteo Broilo da Verona si assunsero in solido l'impegno di consegnare al principe e a suo fratello 9 quote di partecipazione su 24 della miniera di allume di rocca posta in territorio comitale tirolese, della quale si sarebbe poi precisato esattamente il sito ("dela montagna di la allume di arochia che è nel contado di Tirollo per noi da esser dissignata"), posto che fosse loro concessa dal re dei Romani l'investitura per lo sfruttamento della miniera stessa (cc. 1-4 del complesso, due originali paralleli identici; atti sottoscritti "manu propria" e sigillati dai tre autori; italiano);
- l'atto datato come sopra con il quale il notaio Francesco fu Cristoforo Monte da Verona, Matteo Boldracco "deli Avogari" da Riva del Garda abitante a Verona e Alessandro fu Giovanni Matteo Broilo da Verona designarono il loro procuratore nella persona del barone Nicolò Madruzzo, signore delle giurisdizioni di Avio e Brentonico, con il mandato di presentarsi al re dei Romani Ferdinando I d'Asburgo e richiedere a nome proprio e dei tre costituenti l'investitura della miniera di allume di rocca posta sul territorio della contea del Tirolo in un sito da indicarsi e descriversi in seguito da uno dei tre costituenti ("investituram unius montis integralis pregnantis aluminis tulphę sive arrochię sic vulgo appellatę, siti in comitatu Tirolis iurisdictionis Suę Maiestatis in loco designando per unum ex dictis constituentibus intra sua confinia") (cc. 5-6 del complesso, originale, atto rogato e redatto dal notaio Carlo fu Leonello Tramarini di Verona, legalizzato in data 7 settembre 1541 da Tommaso Contarini podestà di Verona in nome del doge di Venezia; sigillo di San Marco).
"Tulpha" deriva dal nome dei Monti della Tolfa, territorio collinare della zona appenninica laziale, ricco di giacimenti di allume di potassio / allume di rocca aperti nel 1462.
Persone
Monte, Francesco fu Cristoforo da Verona
Madruzzo, Nicolò