Archivio Storico
Contesto gerarchico
Archivio del Principato vescovile di Trento (Archivio di Stato di Trento) \ Sezione tedesca
Richiesta
"Peticio" (titolo originale, in I di coperta)
Tipologia
fascicolo
Estremi cronologici
01 gennaio 1525 - 31 dicembre 1530
Segnatura
capsa XXIII lettera p, n. 174 di corda
Consistenza
10 cc. cinque bifogli rilegati a filo con due rinforzi in pergamena sul dorso, la c. [I] funge da coperta, cc. 1-9 (numerazione moderna a lapis sul recto delle carte in basso a destra); filigrana: cappello cardinalizio sormontato da monogramma "Mt"; in I di coperta, il titolo del documento e la segnatura archivistica dell'unità (sec. XVIII terzo quarto).
Descrizione
Sotto il titolo (c. 1r) "Vermerckht meins gnedigen herrn von Trienndt anligen unnd beschwerdt so sein f(ürtliche) g(nade) an die künigliche maiestat als graven zw Tyrol zw ersuechen hat", è riportato il testo di un memoriale di protesta articolato in cinque punti, corrispondenti ad altrettante questioni, che il principe vescovo di Trento, Bernardo Clesio, fece pervenire a Ferdinando I d'Asburgo re dei Romani come conte del Tirolo, tramite il cancelliere imperiale Zyprian von Sarenthein.
Il primo punto riguarda la questione dei diritti eminenti, patrimoniali e giurisdizionali, sulla città di Bolzano contesi fra episcopato di Trento e contea del Tirolo [nel 1531 la giurisdizione di Bolzano costituì uno dei due ‘oggetti' della nota permuta in forza della quale fu ceduta ai conti del Tirolo in cambio della giurisdizione di Pergine; ndt]; nell'esordio di questo primo articolo si richiama la donazione da parte dell'imperatore Teodosio il Grande a favore di Vigilio vescovo e patrono di Trento, in forza della quale i vescovi e la Chiesa di Trento avrebbero ottenuto i diritti eminenti sulla città di Bolzano e molte altre regalie imperiali consistenti in castelli e signorie in territorio trentino; il vescovo Clesio chiedeva la piena ed effettiva restituzione all'episcopato di Trento da parte del conte del Tirolo del dominio sulla città, dopo che nel 1462 il vescovo Hack aveva ceduto all'arciduca Sigismondo l'amministrazione di Bolzano e delle miniere del territorio di domimio vescovile trentino.
Il secondo punto riguarda la controversa questione dei beni e diritti concessi dall'episcopato di Trento a titolo di feudo ai conti del Tirolo, avvocati della Chiesa trentina;
Il quarto punto riguarda la questione della documentazione ("briefliche gerechtigkheiten") pertinente a vari vescovi (da Alessandro di Masovia a Giovanni Hinderbach) e all'episcopato di Trento, sottratta in vari modi nel corso del XV secolo, trasferita in Austria, della quale il vescovo Clesio chiedeva la restituzione.
Il quinto punto riguarda la questione del monastero di Sonnenburg e dell'avvocazia sullo stesso, rivendicata dai vescovi di Trento.
Nel terzo punto, rubricato "perckhwerckh", si affronta la questione dei diritti eminenti sulle miniere metallifere poste sul territorio del principato vescovile di Trento. Si afferma anzitutto che tali diritti sono pervenuti e appartengono all'episcopato di Trento come regalie imperiali concesse ai vescovi di Trento quali principi immediati dell'impero. Si richiama il tenore dispositivo dell'accordo di durata quinquennale stipulato nel 1489 fra l'arciduca d'Austria Sigismondo d'Asburgo e il principe vescovo di Trento Udalrico Frundsberg a chiusura di una vertenza fra le parti(*), successivamente ripreso e confermato dall'imperatore Massimiliano e dal vescovo Udalrico Liechtenstein: si decise allora che le rendite delle miniere metallifere in territorio trentino fossero ripartite a metà fra le Camere erariali di Trento e di Innsbruck, e che l'amministrazione delle miniere stesse fosse affidata a un giudice minerario nominato di comune accordo. Si fa presente l'attuale non florida situazione delle miniere poste in territorio trentino, la cui rendita annua complessiva in termini di tributi camerali non supera i 10 fiorini, metà dei quali in forza del sopra menzionato accordo vanno alla Camera vescovile di Trento, contro una voce di uscita pari a 45 fiorini annui per i salari del giudice minerario di Pergine e degli ufficiali alle sue dipendenze, come più precisamente appare dai rendiconti che i giudici minerari di Pergine hanno sinora presentato, con sensibili perdite annue di almeno 40 fiorini per la Camera vescovile di Trento. Per questi motivi, il principe vescovo Clesio chiede che venga rivisto e modificato il tenore dispositivo dell'accordo del 1489, e che vengano effettivamente e maggiormente riconosciuti i diritti eminenti dell'episcopato di Trento sulle miniere situate sul territorio del principato(**).

Copia coeva di cancelleria principesca vescovile
Lingua: tedesco
Strumenti di ricerca
Archivio di Stato di Trento, Indice n. 6 di Sala studio, "Archivio del Principato Vescovile di Trento, Sezione tedesca, Verzeichnis über das Trientinerisch-Deutsche-Archiv doc. 624" (copia dattiloscritta della copia manoscritta databile al sec. XX secondo decennio, dell'originale composto a Innsbruck, sec. XIX), p. 28, alla voce di repertorio.
Note
(*) Un esemplare di questo documento, datato 4 settembre 1489, è conservato in Sezione tedesca capsa 48 lettera B, per il quale si rinvia alla scheda descrittiva inserita in questo database.
(**) Altri due esemplari di memoriali di protesta, inviati dallo stesso principe vescovo di Trento Bernardo Clesio alla Reggenza tirolese di Innsbruck, al re dei Romani Ferdinando I d'Asburgo come principe reggente del Tirolo e all'imperatore Carlo V, con alcune corrispondenze e altrettante sensibili differenze, sono conservati in capsa XXIII lettera d, e capsa XXIII lettera bb: l'articolo riguardante la questione delle miniere metallifere poste sul territorio del principato vescovile appare peraltro sostanzialmente replicato pressoché identico nei tre esemplari.
Persone
Clesio, Bernardo (principe vescovo di Trento)
d'Asburgo, Ferdinando I (imperatore, re dei Romani, conte del Tirolo)