Archivio Storico
Contesto gerarchico
Archivio del Principato vescovile di Trento (Archivio di Stato di Trento) \ Libri feudali
Investitura di concessione mineraria
"Alia pro eodem [domino Theodoro de Buxiis] de quodam loco ubi vitriolum" (rubrica dell'atto, c. 263r del registro)
Tipologia
unità documentaria
Estremi cronologici
01 ottobre 1549
Segnatura
vol. XIV, c. 263r
Consistenza
2 cc. il documento è registrato alle cc. 263r-264r (numerazione originale a penna, 278r-279r nella numerazione moderna a lapis) del Libro feudale vol. XIV: protocollo di cancelleria principesca vescovile, cc. I, 1-25 (numerazione moderna, assente l'originale, con indice alfabetico originale dei titolari di investitura e la registrazione dell'atto 1539 agosto 1 rubricato "Processus electionis reverendissimi domini Christophori a castro Madrutz episcopi Tridentini per obitum episcopi Bernardi"), 1-277 (numerazione originale con salto da 202 a 213, 26-292 nella numerazione moderna), bianche le cc. 293-[295] (numerazione moderna); legatura in piena pelle decorata, piatti di coperta e dorso in cartone.
Descrizione
Teodoro Busio, capitano vescovile di Fiemme, aveva scoperto e attivato un sito di minerale dal quale si ricava il vetriolo, posto sul monte Fronte in territorio e giurisdizione di Levico ("quandam mineram seu venam vitriolum producentem in pertinentiis Levici Nostræ iurisdicionis et montanea Front nuncupata"); quale primo scopritore ("primus inventor") aveva richiesto e ottenuto [in data 5 settembre corrente anno; ndt] l'investitura di concessione mineraria in esclusiva per quel sito. Non potendo tuttavia far fronte con le sole proprie risorse finanziarie alla copertura degli ingenti capitali necessari per avviare pienamente l'impresa di estrazione del minerale e produzione del vetriolo, aveva formato una società di soggetti titolari delle rispettive quote di partecipazione, ossia Teodoro Busio e Nicolò Madruzzo fratello del principe vescovo per 12 carati ciascuno, Giovanni Pellegrino Busio fratello di Teodoro per 1,5 carati, la signora Elisabetta moglie di Teodoro per 4 carati, Rinaldo Bonsignori da Verona per 2,5 carati, Rocco Gelfo cittadino di Trento per 2,5 carati, "Pizinus quondam Seraphi" da Salò cittadino di Trento per 2 carati e Francesco Burlina da Riva cittadino di Trento [poi ritiratosi; ndt] per 1 carato. Su richiesta dello stesso Busio, il principe vescovo di Trento, cardinale Cristoforo Madruzzo, concede l'investitura in retto feudo della concessione mineraria riguardante il sito sopra indicato a tutti i sopra nominati, partecipanti con le rispettive quote in carati; gli investiti prestano il giuramento di fedeltà vassallatica.

Registrazione in protocollo di cancelleria principesca vescovile
Lingua: latino
Strumenti di ricerca
Archivio di Stato di Trento, Sala studio, "Indice tripartito dei Libri feudali del principato vescovile di Trento compilato in tedesco dall'archivista Dottor Ugo Neugebauer dell' i. r. Archivio di Luogotenenza in Innsbruck verso l'anno 1910 e qui riprodotto in italiano nel 1922 da G(iovanni) Cicolini".
Persone
Madruzzo, Cristoforo (cardinale, principe vescovo di Trento)
Madruzzo, Nicolò
Busio, Teodoro da Nomi (signore della giurisdizione di Nomi, imprenditore minerario in Viarago e sul Montevaccino)
Busio, Giovanni Pellegrino
Bonsignori, Rinaldo da Verona
Gelfo, Rocco da Trento
"Pizinus quondam Seraphi" da Salò
Burlina, Francesco da Riva del Garda