Archivio Storico
Contesto gerarchico
Atti dei notai, Giudizio di Trento (Archivio di Stato di Trento)
Accordo
"Concordium inter dominum Iosephum Gebel notarium Perzini et Franciscum de Caldonazis de Cognola ut infra" (rubrica dell'atto, a c. 209r)
Tipologia
unità documentaria
Estremi cronologici
10 novembre 1565
Segnatura
Notaio Giovanni Guglielmo Callavini, busta II. protocollo anno 1565, c. 209r
Descrizione
Davanti al dottor Francesco Alessandrini canonico della cattedrale di Trento, massaro e consigliere vescovile, giudice commissario del principe vescovo di Trento, Ludovico Madruzzo, con il mandato di definire per via di composizione amichevole la vertenza sorta fra Giuseppe Ghebel notaio di Pergine parte agente contro Francesco fu Andrea Caldonazzi da Cognola, compaiono le parti stesse ed espongono i motivi della lite.
Il notaio Ghebel affermava di aver ottenuto dal vicario minerario di Pergine l'investitura di una concessione mineraria sul Monte Vedro nelle pertinenze di Civezzano ("de monte nominato Vedro aptum ad mineralia in pertinentiis Zivezani"), nel quale egli aveva fatto costruire cinque edifici per il trattamento del minerale estratto. Caldonazzi affermava di aver richiesto al principe vescovo di Trento la licenza di costruire un edificio simile sul medesimo Monte Vedro, in forza di certi patti stabiliti anni addietro tra Ghebel e Caldonazzi come da scrittura privata depositata e registrata presso l'archivio del vicario minerario di Pergine; Caldonazzi dichiarava poi di aver ottenuto per investitura la concessione di trattare nel suo edificio gli scarti ("cernaie") della lavorazione del minerale prodotti da Ghebel. Esaminata la questione, il giudice commissario Alessandrini chiude la vertenza con un accordo di composizione stabilito fra le parti con la sua interposizione, il cui dispositivo viene trascritto qui di seguito dall'originale nelle sue parti essenziali:
"Primo, che il ditto miser Isepo [Ghebel; ndt] li dà et vende uno de li preditti cinque hedifitii, videlicet il primo che si ritrova nel andar in su posto sotto il maso de le Frate sopra il rivo nominato il Rivo de Santa Columba, in qual hedificio altre volte il detto Francesco ne haveva interesso et actione, ale quale confesete ivi ala presentia de eso miser Iosepho, accettando detta confessione, haver renunciato per ragnesi cento et per il detto Francesco hauti, così esso Francesco confesando.
Item il predetto miser Isepo sia obligato a lasar tor [a] esso Francesco cernaie da pestar con detti doi hedificii solamente indiferentamente sopra il detto monte Vedro fina che ge ne sarano.
Item il predetto miser Isepo sii obligato ha pagar al detto Francesco la infrascripta vena ogni quatro tempore over ogni fera da Bolzan, sì como lui miser Isepo farà de volta in volta et de tempo in tempo li argenti, videlicet quella vena che li haverà datto havanti habia fatti over finati li argenti si haverà da far de mano in mano, cioè quindeci giorni dapoi che haverà cavato li dinari, sotto pena di pagar il doppio; et se in caso di questo tempo infrascripto eso miser Iosefo non ge paresse di accetar la vena infrascripta dal detto ser Francesco, sii obligato avisarli per trei messi inanzi tratto, et comedarli lo forno da colar pagando il debito affitto fin tanto che il detto miser Iosefo vorà indrio intrar a pigliar detta vena; et in quel caso, sii similmente obligato havisarlo per trei mesi havanti tempo.
Et questo il predetto miser Isepo ha promesso et concesso et datto et venduto al ditto Francesco, perché esso Francesco al'incontro si à obligato di darli per le cose sopra dette ragnesi seicento ali termini infrascripti, cioè cento in termen de messi trei et mezo dapoi il primo giorno dil anno proximo 1566, cioè a mezo aprille, et altri cento al fin de luio dil anno predetto, et li altri quatrocento de quatro messi in quatro messi proximi, cum interesse di quali s'è obligato pagar per ogni cento ragnesi vinti stari de segalla qualla fa in tuto stari cento et vinti; la qual perhò segalla è limittata che ogni volta valesse più de carentani vintiuno, eso Francesco sii in libertà di darli carentani vintiuno per staro, et eso miser Isepo si è obligato accetarli dacordo tra lori", sotto determinate clausole di garanzia per il creditore Ghebel.
"Item che il detto Francesco Cognola solamente si ha obligato ha darli tuta la vena che si farà in detti doi edificii per spacio de anni tredesse proximi che haverano a venire, il qual tempo de tredesse anni comenza da poi fatto lo integral pagamento, condute in Perzine ala fosina dove al presente il predetto miser Isepo cola le sue vene, over in Caneza in arbitrio de miser Isepo, iurisdicion di Perzine, per il precio de lire nove il centonaro al peso de Viena, il qual centonaro tenga lotti trei di argento fino di copella; cum patto espresso che il detto Francesco sii per detto tempo tenuto a far tuta la sua vena che farà de tenuta predetta; et in caso che ne facesse di minor tenuta et il detto miser Isepo la accetasse, sii obligato a pagarli solum li mezi lotti; ma se passarà lotti trei il centenaro predetto, sii eciam obligato a pagarli li quarti de lotto et li mezi lotti et lotti che tenirà di più alli termini preditti".
Seguono altre condizioni che Caldonazzi e Ghebel dovranno rispettare a tutela vicendevole dei rispettivi diritti stabiliti con questo accordo; si commina la sanzione di 100 ragnesi alla parte che contravverrà all'accordo in uno qualsiasi dei suoi articoli, da applicarsi per metà al fisco vescovile, metà alla parte osservante, oltre il risarcimento di danni e spese a favore di quest'ultima.
Testimoni all'atto: il dottor Alberto figlio del "dominus" Bartolomeo Alberti di Poia delle Giudicarie, il dottor Giacomo figlio del "dominus" Giovanni Maria Ceschi dal Borgo di Valsugana, questi due cittadini di Trento, e il "dominus" Paolo fu Cristoforo Lehner di Pergine.

Notaio: Giovanni Guglielmo Callavini di Trento

Registrazione in protocollo notarile
Lingua: italiano, latino
Strumenti di ricerca
Archivio di Stato di Trento, Indici nn. 41-42 di Sala studio
Note
In questo documento del 1565 è attestata la presenza la presenza di almeno sei edifici per la macinazione del minerale di seconda qualità risultante dalla cernita/selezione ("cernaie") trattato in seconda lavorazione, e di almeno un forno di fusione della galena e affinazione dell'argento, posti nella zona del "Monte Vedro". Uno dei due edifici gestiti da Francesco Caldonazzi nel 1565 viene localizzato precisamente: era il primo che si incontrava salendo da Civezzano lungo la valle di Rivo di Santa Colomba, situato poco sotto il Maso delle Fratte sul rivo stesso, del quale presumibilmente usava la forza idraulica, così come faceva l'edificio di mulino al Masetto la cui presenza è documentata nello stesso periodo. Giuseppe Ghebel faceva "colare la sua vena" (il minerale puro di galena argentifera) a Pergine e a Canezza, dove faceva trasportare e fondere anche la "vena" che gli forniva Caldonazzi.
Nell'estimo di Civezzano datato al 1580 (conservato in Archivio Diocesano Tridentino, fondo "Archivio Alberti Poia"), sono registrate le due seguenti poste:
- Leonardo "de Francesco" dal Bosco possiede metà di una casa e metà di una chiesura "ali Lunari osia ali Dificii" ("dificii" qui nel significato di costruzioni adibite in generale a lavorazioni artigianali/industriali, nel caso specifico si trattava certamente di apparati di macinazione del minerale);
- Giuseppe Ghebel da Pergine (lo stesso nominato nel 1565) possiede "doi dificii in le pertinencie de Santa Colomba alli Molinatti con le sue confini circuiti atorno il comun", e un prato con un casale sotto il lago "da l'aqua dali dificii, de meza opera o sia mezo piovo in circha".
Dunque nel 1580 erano presenti (e forse ancora attivi) in località Santa Colomba sotto il lago omonimo e sopra Sant'Agnese almeno due dei cinque edifici che Giuseppe Ghebel possedeva nel 1565.
Per le ipotesi di localizzazione del toponimo "Monte Vedro", probabilmente identificabile con l'attuale Dos delle Grave, si rinvia al documento datato 28 gennaio 1565 (titolo: "Licenza per il trasporto di minerale su acqua") schedato in questo database.
Soggetto produttore
Notaio Callavini, Giovanni Guglielmo da Trento
Persone
Alessandrini, Francesco da Trento (canonico della cattedrale di Trento, massaro e consigliere vescovile)
Ghebel, Giuseppe (cancelliere dell'Ufficio minerario in Pergine)
Caldonazzi, Francesco da Cognola