Archivio Storico
Contesto gerarchico
Archivio parrocchiale decanale di Pergine (Canonica della parrocchia di Pergine Valsugana, Trento)
Codicillo a testamento
Tipologia
unità documentaria
Estremi cronologici
26 novembre 1600
Segnatura
XII. Miscellanea, A.bis Pergamene, n. 152
Consistenza
1 perg. 390 x 265 sul verso della membrana, in alto, nota di contenuto di mano dell'estensore dell'atto, altre di mani diverse dei secc. XVII-XVIII; in alto a destra, la nota del compenso dovuto al notaio, "libras 20".
Descrizione
Il reverendo prete Giacomo fu Cristoforo Bertoldi da Tavon, già parroco di Pergine e ora rettore della chiesa pievana di Santa Croce in Borgo Valsugana, dispone i seguenti codicilli a integrazione e parziale modifica del suo testamento, tesi a conferire maggiore forza e vigore allo stesso, mantenendo le disposizioni contenutevi e aggiungendovi alcuni legati.
In particolare destina in perpetuo al cappellano beneficiato pro tempore dell'altare di Santa Barbara dei minatori ("mineralium") eretto nella chiesa parrocchiale di Santa Maria di Pergine un censo redimibile con affitto perpetuo costituito su un capitale di 300 ragnesi, oltre all'affitto annuo su un altro capitale di 51 ragnesi già assegnato a suo tempo al medesimo sacerdote beneficiato; questi due affitti annui, ossia interessi sui due capitali sopra indicati, sono posti a carico di persone di Borgo Valsugana, che hanno costituito i relativi censi francabili su beni di rispettiva loro proprietà, come più precisamente appare dai rispettivi atti notarili dimostranti i diritti del testatore e codicillante.
I due affitti sopra indicati saranno consegnati al cappellano destinatario alla morte del testatore e codicillante; per contro il cappellano beneficiato dovrà celebrare ogni settimana due messe in giorni a sua scelta a lode della Santissima Trinità, del Corpo di Cristo, della santissima Vergine Maria, dei beati Giacomo, Antonio e Francesco, delle sante Barbara, Caterina e Margherita e della Corte Celeste, "pro salute" delle anime del testatore e di tutti i suoi familiari defunti, in particolare di quelle dei suoi parenti più stretti; una delle due messe settimanali dovrà essere celebrata all'altare di Santa Barbara dei minatori, l'altra nella chiesa di Santa Margherita di Pergine, sia in estate come nell'inverno; se però per qualche legittimo impedimento, come ad esempio causa il ghiaccio, non gli fosse possibile celebrare in Santa Margherita, allora il cappellano beneficiato potrà celebrare entrambe le messe all'altare di Santa Barbara nella pieve; al termine di ogni ufficio il beneficiato dovrà recitare il De profundis dedicato ai sacerdoti.
Il codicillante pone l'avvertenza al beneficiato attuale e a quelli che gli succederanno di vigilare affinché, nel caso che gli affittuari si affrancassero dai loro rispettivi oneri restituendo i capitali ovvero "sortes", questi ultimi dovranno essere reinvestiti in altri corrispondenti affitti, in modo che il beneficiato continui a percepire le rispettive rendite; dispone inoltre che, in caso di inadempienza e negligenza da parte del beneficiato nella cura, le due rendite siano devolute alla fabbriceria della chiesa pievana di Santa Maria.
Dispone poi altri legati: un censo redimibile con affitto perpetuo su un capitale di 15 ragnesi assegnato alla fabbriceria della chiesa di Santa Margherita di Pergine da riscuotersi per cura del sindaco della chiesa di Santa Maria; un ragnese una tantum alla chiesa di Santa Maria.
Dispone inoltre un legato a favore della canonica di San Sisinio di Val di Non, ovvero al suo rettore pro tempore, consistente in un censo redimibile con affitto annuo su un capitale di 150 ragnesi versato da Giovanni Luca: con questa rendita il destinatario dovrà mantenere un cappellano il quale avrà il dovere di celebrare tre messe ogni messe nella villa di Tavon pro anima del testatore e codicillante e dei suoi familiari; celebrata la messa, il cappellano si recherà alla sepoltura "Burziorum" dove reciterà il "De profundis" per i sacerdoti e per i laici; in caso di inadempienza del pievano di Sanzeno nell'assolvere quanto sopra posto a suo carico, l'affitto perpetuo su quel capitale di 150 ragnesi andrà devoluto alla chiesa di San Zenone di Tavon unitamente agli obblighi sopra prescritti. Infine, conferma per il resto quanto disposto nel testamento.
Testimoni: Tommaso di Valentino Bernabè ("Bernabedi") da Viarago abitante a Pergine, Antonio fu Andrea Corradi da Roncogno, Gerardo dall'Erspan di Piné abitante a Pergine, Giacomo fu Giovanni Piva da Casalino, Domenico fu Baldassarre Norempuller da Fierozzo mugnaio in Pergine, Domenico fu Simone "Covalerius" da Fierozzo e il "dominus" Francesco "de Heberlis" da Pergine.

Notaio: Andrea fu Orazio Leporini da Pergine, notaio di autorità imperiale, estensore per altra mano di questo "instrumentum" in qualità di "relevator" autorizzato delle scritture del fu notaio Federico Alberti da Pergine, come da licenza rogata dal notaio Nicolò Lehner cancelliere della giurisdizione di Pergine (SN)

Originale
Lingua: latino
Strumenti di ricerca
Pietro de Alessandrini, "Estratto delle pergamene spettanti al Comune e riguardanti oggetti non comunali, in ordine cronologico", in "Repertorio delle carte del Comune e Memorie", 1884, cc. 147r-[180v] (Archivio storico del Comune di Pergine Valsugana, Serie Inventari di Pietro de Alessandrini, IV, 250), al documento.
"Inventario dell'archivio parrocchiale decanale di Pergine Valsugana (1336-1987)", a cura di Cinzia Groff, Paola Petri Anderle, Paola Tavelli, Francesca Tecilla, Leo Toller, Pergine Valsugana, Comprensorio Alta Valsugana, 1987, dattiloscritto, pp. 95-107, elencazione, al n. di corda 152.
Persone
Alberti, Federico da Pergine (notaio)
Bertoldi, don Giacomo fu Cristoforo da Tavon (pievano in Pergine, rettore di Santa Croce in Borgo Valsugana)
Lehner, Nicolò da Pergine (notaio, cancelliere della giurisdizione di Pergine)
Leporini, Andrea di Orazio da Pergine (notaio)