Contesto gerarchico
Atti dei notai, Giudizio di Pergine (Archivio di Stato di Trento)
Investitura di concessione mineraria
"Investitura mineralis concessa perillustri domino Leonardo a Monte de minera aut fodina vitrioli existenti in monte Levici" (rubrica dell'atto, c. 85r)
Tipologia
unità documentaria
Estremi cronologici
04 giugno 1667
Segnatura
Notaio Michele Gentili, busta II, protocollo 1667, c. 85r
Consistenza
3
cc.
testo alle cc. 85r-87v del protocollo: registro, "Protocollum mei Michaelis Gentilis notarii de anno 1667 inditione 5^" (titolo originale, in I di coperta; replicato a c. Ir), cc. [I], 1-187 (numerazione originale a penna sul recto delle carte in alto a destra), cc. 2 non numerate con il "Repertorium huius protocolli anni 1667", una bianca finale non numerata, legatura in cartoncino; stato di conservazione discreto; in margine sinistro a c. 85r, la nota "extractum".
Descrizione
Davanti a Carlo Francesco Rusca da Borgo Valsugana, vicario minerario di Pergine, si presenta Leonardo Dal Monte, cittadino di Trento e signore della giurisdizione di Caldaro, e richiede al vicario di dare esecuzione alla lettera di comando emanata dall'imperatore Leopoldo d'Asburgo come conte del Tirolo in data 20 ottobre 1666, e al susseguente rescritto segnato in data 13 maggio 1667 al ricorso presentato da Dal Monte al principe vescovo di Trento, cardinale Ernesto Adalberto d'Harrach, con il quale Dal Monte richiedeva di ottenere l'investitura della miniera di vetriolo ossia di solfato di rame posta sul Monte Fronte sopra Levico ("de minera seu fodina vitrioli aut calcantis in monte Levici sita"). Presa visione degli atti dispositivi delle due superiori autorità, e agendo in nome di queste, il vicario minerario Rusca investe il richiedente Leonardo Dal Monte, ricevente per sé ed eredi maschi in perpetuo, della detta miniera del vetriolo sopra Levico entro i suoi confini qui dati per descritti; con questo atto viene rinnovata l'investitura della detta miniera già conseguita dallo stesso Dal Monte con atto rogato dal notaio Giorgio Pompeati in data 30 gennaio 1665, qui esibito dal titolare e visionato dal vicario Rusca, con tutte le prerogative, oneri e onori previsti, compresa la facoltà di utilizzare le risorse forestali a sua discrezione per il fabbisogno della miniera; è vietato a qualsiasi persona l'ingerirsi nel possesso e utilizzo della miniera senza espressa licenza del titolare; salvi i diritti delle superiori autorità rispetto al diretto dominio della miniera e all'esazione delle decime sul prodotto ricavato, con l'obbligo per Dal Monte e suoi successori aventi causa di richiedere ogni 19 anni il rinnovo dell'investitura, di versare la decima dovuta, di mantenere in buono stato la miniera e di osservare gli statuti minerari vigenti.
Testimoni all'atto: Melchiorre fu Baldassarre Negrioli da Vigo Meano, Camillo di Nicolò Sartori da Pergine.
Sigillo aderente in ceralacca rossa del vicario minerario di Pergine, Carlo Francesco Rusca; segno e sottoscrizione di Michele Gentili di Pergine, notaio di autorità imperiale e attuario dell'Ufficio minerario di Pergine
Registrazione in protocollo notarile
Lingua: latino
Strumenti di ricerca
Archivio di Stato di Trento, Indici nn. 41-42 di Sala studio.
Soggetto produttore
Notaio Gentili, Michele di Giovanni Battista da Pergine
Persone
Rusca, Carlo Francesco da Borgo Valsugana (vicario minerario in Pergine)
Dal Monte, Leonardo da Trento (imprenditore minerario, vetriolo, Monte Fronte di Levico, sec. XVII seconda metà)