Contesto gerarchico
Atti dei notai, Giudizio di Pergine (Archivio di Stato di Trento)
Investitura di concessione mineraria
"Investitura mineralis concessa multum magnifico domino Johanni Haim Roboretti de fodina seu minera vitrioli aut calcantis existente in iurisdictione Caldonatii in loco dicto alla Mandola" (rubrica dell'atto, c. 102r)
Tipologia
unità documentaria
Estremi cronologici
10 settembre 1668
Segnatura
Notaio Antonio Refatti, busta I, protocollo 1667-1669, c. 102r
Consistenza
4
cc.
testo alle cc. 102r-105v del registro, "Prothocollum annorum 1667 1668 1669. Ex rogitis Antonii Refatti Pergini notarii", cc. 1-226 (numerazione originale, in fine cc. 2 bianche e cc. 4 scritte n.n., legatura in cartoncino; in margine a c. 102r, la nota "extractum".
Descrizione
Davanti al dottor Andrea Malfatti, vicario della giurisdizione di Caldonazzo, vicario minerale [di Pergine] e supremo delle selve in nome del conte del Tirolo Leopoldo I imperatore e in nome della Mensa episcopale di Trento, sede vescovile vacante, compare il "dominus" Giovanni fu "dominus" Gaspare Haim cittadino e mercante di Rovereto: questi dichiara che il "dominus" Simone Barbi, signore della giurisdizione di Grumés, a suo tempo titolare di concessione avente come oggetto la miniera di vetriolo aperta in località Mandola nel territorio della giurisdizione di Caldonazzo, aveva chiuso l'attività e dismessa la miniera stessa avendola ceduta al comparente Haim, come più precisamente appare dal documento di dismissione rogato da Bernardino Vasti notaio del Collegio di Trento in data 8 del corrente settembre 1668, ora esibito al vicario minerale da Giovanni Haim; essendo questi intenzionato a riattivare la miniera, chiede di ottenere la relativa investitura.
Il vicario minerale Malfatti, esaminato il sopra menzionato rogito Vasti relativo al documento di cessione, rileva in esso alcuni gravi carenze e difetti formali, in pregiudizio soprattutto delle due signorie titolari del dominio diretto della miniera, e dell'Ufficio minerale [di Pergine] al quale la miniera stessa dovrebbe "de iure" essere considerata devoluta, e al quale compete perciò deciderne il destino. Ciò nonostante, il vicario accoglie la richiesta di Giovanni Haim e lo investe a titolo di locazione perpetua per sé ed eredi da rinnovarsi ogni 19 anni della detta miniera di vetriolo alla Mandola, attivata entro i confini di concessione qui dati per descritti e acquisiti; osservando le prescrizioni previste dal diritto minerario vigente, Haim potrà quindi in forma esclusiva estrarre, produrre, trasportare e commercializzare ovunque il vetriolo; potrà inoltre utilizzare acque, legna e legnami per il fabbisogno dell'impresa; nessuno potrà ingerirsi nell'attività senza esplicito consenso del concessionario Haim. Per contro, questi dovrà versare alle Camera del conte del Tirolo e alla Camera del principe vescovo di Trento la decima di tutto il prodotto della miniera.
Testimoni all'atto: "dominus" Francesco Giorgi oste al segno dell'Aquila d'Oro possessore della casa luogo dell'atto, e suo figlio Giorgio cittadini di Rovereto, "dominus" Andrea Bonacini da Rovereto.
Sottoscrizione del notaio Antonio Refatti rogatario dell'atto
Registrazione in protocollo notarile
Lingua: latino
Strumenti di ricerca
Archivio di Stato di Trento, Indici nn. 41-42 di Sala studio
Indice originale n. 206/1 (separato dai protocolli) degli atti del notaio Antonio Refatti
Soggetto produttore
Notaio Refatti, Antonio di Nicolò da Viarago di Pergine (notaio della Giurisdizione di Pergine)
Persone
Malfatti, Andrea da Calliano (dottore, vicario minerario in Pergine, sec. XVII terzo quarto)
Haym, Giovanni di Gaspare da Rovereto (mercante)
Giorgi, Francesco da Rovereto (oste al segno dell'Aquila d'Oro)