Contesto gerarchico
Atti dei notai, Giudizio di Pergine (Archivio di Stato di Trento)
Transazione extragiudiziale relativa a sito di fonderia
"Transactio inter nobilem comitissam Octaviam Bellati ortam Rinaldi, equitissam insignis Ordinis Crocieræ uti tutricem et curatricem nobilis domini comitis domini Joachim eius filii equitis et commendatoris Sacri Ordinis Militaris Sancti Sanctorum Mauritii et Lazari Feltriæ, et illustrissimam dominam comitissam Lugretiam viduam illustrissimi domini comitis Joseph Alberti de Enno Tridenti uti curatricem illustrissimi domini comitis Francisci Alberti eius filii, et hæredes Georgii Pallaoro incolas Flarotii" (rubrica dell'atto, c. 12r)
Tipologia
unità documentaria
Estremi cronologici
04 luglio 1756
Segnatura
Notaio Francesco Alpruni junior, busta II, protocollo 1756, c. 12r
Consistenza
2
cc.
Atto riportato alle cc. 12r-13r del protocollo: registro, legatura in cartoncino, cc. I bianca, 1-42 scritte, 3 carte bianche n.n., bifoglio in carta azzurra (2 carte n.n.) con l'indice alfabetico delle parti contraenti; in margine a c. 12r, la nota "extractum pro omnibus" relativa alla confezione di esemplari destinati alle parti contraenti.
Descrizione
Davanti al vicario minerario in Pergine, Giovanni Battista Gentili, compaiono le tre parti contraenti qui indicate ossia la contessa Ottavia Bellati nata Rinaldi "dama dell'insigne Ordine della Crociera" come tutrice e curatrice di suo figlio Gioacchino conte Bellati cavaliere e commendatore del Sacro Ordine Militare dei Santi Maurizio e Lazzaro di Feltre dall'una, la contessa Lucrezia vedova del conte Giuseppe Alberti d'Enno di Trento come curatrice di suo figlio conte Francesco Alberti e gli eredi di Giorgio Pallaoro da Sant'Orsola abitanti in Fierozzo dall'altra parte, ed espongono il motivo del contenzioso a suo tempo sorto fra esse e oggetto di processo celebrato nel 1754 nel tribunale dell'Ufficio minerale di Pergine(*).
Gaetano Lanario come procuratore della famiglia Bellati aveva pattuito con Giacomo Pintarelli da Sant'Orsola, curatore dei sopra nominati eredi di Giorgio Pallaoro, l'acquisto di un prato misurante 2 staia e 2,5 quarte di superficie posto "nel sito ove fu eretta la fonderia per uso delle miniere della predetta nobile casa Bellati", al prezzo che sarebbe stato stabilito da persona di fiducia di entrambe le parti. Lanario intendeva concludere al più presto il negozio di compravendita passando alla stipula e spedizione del relativo atto notarile; gli eredi Pallaoro erano favorevoli, mentre il conte Giuseppe Alberti d'Enno, padre di Francesco e "padrone direttario" del fondo in oggetto, si era allora opposto alla vendita e alla stipula del relativo contratto, condizionando il suo assenso al fatto che doveva essere riservato agli eredi Pallaoro il diritto di ricompra ("ius di retrovendita") qualora il sito si fosse rivelato inutile per le miniere e per la fonderia. Rimasta aperta la vertenza per due anni, volendo evitare ulteriori istanze giudiziarie e relative spese, il vicario minerario Gentili aveva stabilito di chiudere il contenzioso con un accordo extra-giudiziario articolato nei seguenti cinque capitoli:
- le parti in lite dovevano recedere da ogni loro pretesa e relative azioni in giudizio;
- gli eredi di Giorgio Pallaoro dovevano provvedere a spedire alla casa Bellati l'atto formale di vendita del prato da parte loro alla detta famiglia Bellati;
- nel caso di successiva vendita del sito (fatta eccezione per le cessioni a favore di altre imprese minerarie) si riservava alla casa Alberti d'Enno proprietaria del fondo il diritto di prelazione nell'acquisto del dominio utile, secondo il tenore dell'investitura che la casa Alberti avrebbe concesso alla casa Bellati;
- la parte Bellati doveva ricevere formale investitura del fondo da parte della casa Alberti d'Enno:
- le spese sarebbero state pagate un terzo per parte; ciascuna delle parti avrebbe pagato gli oneri dei rispettivi avvocati.
Trasmessa alle parti copia della proposta di accordo per la valutazione, i procuratori delle parti stesse dichiarano ora di accettare il tenore dell'accordo, di approvarlo e di impegnarsi a rispettarlo rendendolo esecutivo. Sono così celebrati gli atti formali di compravendita e di investitura previsti nel dispositivo dell'accordo stesso, conclusi alla stessa data del 4 luglio 1756 e descritti nelle due schede successive a questa.
Testimoni: Giorgio figlio di Cristel Groff detto "Lomerer", Cristel figlio di Domenico Eccel entrambi di Frassilongo.
Sottoscrizione del notaio Francesco Alpruni rogatario
Registrazione in protocollo notarile
Lingua: italiano
Strumenti di ricerca
Archivio di Stato di Trento, Indici nn. 41-42 di Sala studio; indice del protocollo
Note
(*) Gli atti della causa Bellati contro Alberti d'Enno, trattata nel 1754 nel tribunale dell'Ufficio minerale di Pergine, sono conservati in TLAI, Montanistika, subfondo Bergbau Pergine, Karton n. 973, unità n.n., segnatura precedente 193 (inventario obnline del subfondo consultabile al sito https://www.cultura.trentino.it/archivistorici/inventari/6475439); attuario del processo fu lo stesso notaio Francesco Alpruni nel suo ruolo di cancelliere dell'Ufficio minerale di Pergine. Con questa transazione extra-giudiziale del 1756 si pose fine alla vertenza.
Soggetto produttore
Notaio Alpruni, Francesco junior (notaio della Giurisdizione di Pergine, cancelliere dell'Ufficio minerale di Pergine, cancelliere della Giurisdizione di Caldonazzo)
Persone
Bellati, Ottavia (contessa, nata Rinaldi)
Alberti d'Enno, Lucrezia (contessa, vedova Alberti d'Enno)
Pallaoro, eredi di Giorgio (da Sant'Orsola abitanti in Fierozzo)
Pintarelli, Giacomo da Sant'Orsola
Gentili, Giovanni Battista di Giuseppe Michele da Pergine (notaio, vicario minerario e supremo delle selve in Pergine)
Alberti d'Enno, Francesco di Giuseppe (conte)
Bellati, Gioacchino da Feltre (conte)