Archivio Storico
Contesto gerarchico
Archivio Storico del Comune di Trento, Notarile (ex Pretorio)
Atti processuali
"Corrobiola et Fiscalitia"
Tipologia
fascicolo
Estremi cronologici
16 aprile 1671 - 11 dicembre 1679
Segnatura
busta 481, fasc. 7265
Segnatura precedente
P 2983
Consistenza
54 cc. Fascicolo privo di coperta, carte in parte rilegate, in parte sciolte (interne), numerate solo alcune carte interne; a c. [1r] la segnatura precedente, quella attuale, e il titolo del documento. Sono apposti i sigilli del principe vescovo Francesco Alberti Poia (mandati di citazione), e del vicario minerario del Primiero (suo attestato).
Descrizione
Su istanza di Giovanni Battista Corobioli di Verona "mineralista" in Pergine, il 5 maggio 1679 la cancelleria aulica vescovile di Trento emette un mandato di citazione in giudizio destinato a Bartolomeo Gelmi daziale in Levico: Gelmi dovrà presentarsi presso la cancelleria nella prima sessione giudiziaria seguente la data di questo mandato, nella quale il richiedente Corobioli chiederà che venga respinta ogni pretesa del daziale Gelmi di riscuotere il dazio sul carbone prodotto nella giurisdizione di Levico e trasportato a Pergine destinato alla miniera di ferro e all'annesso impianto metallurgico in gestione Corobioli presso Serso di Pergine in località "Rivo de Val".
- Il 12 maggio 1679 si celebra il primo atto del processo: Giovanni Battista Corobioli "mineralista" in Pergine compare con il suo procuratore, Giovanni Battista Manci nominato con atto di procura rogato dal notaio Michele Gentili di Pergine in data di Pergine 13 maggio 1679, e chiede di venire liberato da ogni pretesa da parte del daziale vescovile di Levico di riscuotere il dazio sul carbone destinato alla miniera di ferro sulla quale i Corobioli versano la prevista decima alla Camera vescovile. Per contro Giovanni Battista Gentilotti, in qualità di procuratore del daziale Gelmi come da mandato di procura rogato dal notaio Bernardino Goio di Levico in data di Levico 11 maggio 1679, e nella funzione di avvocato della Camera vescovile, chiede che la parte Corobioli sia condannata a versare il dazio oggetto della contesa, comprese le quote sinora non versate.
- La parte Gelmi produce tre ricorsi del daziale Gelmi al principe vescovo di Trento, Francesco Alberti Poia, spediti con rescritti di cancelleria datati 25 maggio 1678, 19 dicembre 1678 e 28 aprile 1679, nei quali il ricorrente aveva esposto la questione, e copia di un ricorso di parte Corobioli spedito con rescritto del 13 marzo 1679; con il rescritto all'ultimo ricorso di parte Gelmi (28 aprile 1679) si intima al Corobioli di pagare il dazio sul carbone entro otto giorni dalla data di cui sopra oppure di produrre in sede di giudizio i propri pretesi diritti di esenzione da tale prestazione.
- La parte Gelmi e Camera vescovile produce inoltre un atto rogato dal notaio Bernardino Goio in data di Levico 6 gennaio 1679, con il quale Valentino fu Giovanni Faitta di Levico "come principal conduttore" del carbone da Levico alla miniera Corobioli di Serso di Pergine, agendo a nome proprio e di tutti gli altri conduttori di carbone a servizio del Corobioli, si impegnava a pagare il dazio sul detto carbone nelle forme previste qualora "li patroni principali del medesimo carbone" non abbiano prodotto le proprie ragioni di esenzione e fossero quindi tenuti al pagamento del dazio. La stessa parte Gelmi e Camera vescovile produce un esemplare a stampa di un proclama principesco vescovile datato 12 gennaio 1678 e una tabella del dazio di Levico estratta in copia autentica da un urbario di Castel Selva, già prodotta il 16 aprile 1671 in occasione di una precedente controversia.
- Il 19 giugno 1679 la parte Corobioli produce i suoi tre capitoli di parte e i nominativi dei testimoni di parte, poi personalmente chiamati a deporre. Il giorno 8 luglio iniziano i procedimenti di escussione dei testimoni:
* Romerio Ambrogioni da Bergamo: ha esercitato per vent'anni "la professione di colatore del ferro nelle miniere" a Lenna e in Valtorta nel Bergamasco, in Valsassina, in Piemonte a Varallo in Val Sesia e a Possola nel principato di Masserano, poi nei territori di Brescia e Vicenza, nel Veronese in Val del Progno "sopra Ala dei Quattro Vicariati", quindi in Primiero [zone in cui l'attività mineraria e metallurgica di produzione del ferro fu particolarmente rilevante; ndt]; attualmente esercita a Pergine al servizio di Carlo e Giovanni Battista Corobioli; dichiara che, per quanto è a sua conoscenza, mai è stato pagato dazio sul carbone trasportato da una giurisdizione all'altra se destinato alle necessità di miniere e fucine; solamente in Primiero si pagava e si paga tuttora, ma a titolo di ricognizione e non di dazio, la somma di 6 soldi ossia 4 carantani per l'utilizzo di un bosco appartenente alla Camera tirolese di Innsbruck, il cui legname così acquistato è destinato alla produzione di carbone.
* Antonio Stoner denominato "Urban" dal Primiero: da circa 30 anni ha esercitato "la professione di canopo", prima a Cencenighe sopra Agordo, poi a Zoldo nel Bellunese, quindi in Primiero; ora esercita in Pergine al servizio dei Corobioli; conferma quanto dichiarato dal teste Ambrogioni, e precisa che "nel Stato Veneto si paga il bosco come si fa anco altrove, e poi per il carbone o sua estrattione non si paga cosa alcuna di dazio".
* Giovanni Salvini da Bagolino: "la mia professione si è di fabricare li edificii ove si fabricano li metalli", l'ha esercita da 40 anni a questa parte prima nel Bergamasco, in Agordo, nel Primiero, in Val di Sole e in diversi altri luoghi, ora in Pergine al servizio dei Corobioli. Conferma di non aver mai sentito dire che "li mineralisti, o siano quelli che fanno andare le minere, paghino altro tributo o gabella al principe, o signori delle giurisdittioni ove si lavora, che la decima delle vene che si cavano, oltre la compra de' boschi o legnami a chi s'aspetta". Richiama a tale riguardo il caso dei signori Gaia e Vareschetti titolari delle miniere di Comasine, i quali, come potrà confermare l'Ufficio del dazio di Val di Sole, non pagavano né pagano alcun tributo daziario al detto ufficio sul carbone importato da altrove e destinato alle loro attività.
* Giuseppe Lener dal Primiero: è stato minatore ("canopo") per diversi anni a Zoldo, nel Primiero, ad Agordo nel Bellunese e a Schio nel Vicentino, ora lo è in Pergine al servizio dei Corobioli. Conferma quanto dichiarato dai testi precedentemente escussi, per quanto riguarda in particolare la sopra menzionata ricognizione di 6 soldi per l'uso di un bosco camerale del Primiero il cui legname sia destinato a farne carbone per le miniere del luogo: è vero che la ricognizione viene riscossa e incamerata dal daziale del Primiero, ma in quanto egli "è anco vicario o sia giudice minerale".
Il dibattimento prosegue nella sede di Trento: gli atti registrati sono datati dal 14 luglio all'11 dicembre 1679.
La parte Corobioli produce in giudizio, in data non registrata, un attestato di Bartolomeo Nocker ("Nocher"), "supremo delle selve e vicario minerale" in Primiero, datato 24 aprile 1679, nel "Palazo minerale di Primiero" (sede del locale Ufficio/Giudizio minerario), in cui l'ufficiale dichiara che i 5 carantani per ogni "sachone" di carbone "che consumano li minerali al forno del ferro, pagati dai detti all'Ufficio regio minerario del Primiero, rappresentano il pagamento o ricognizione dei legnami dai boschi che l'Ufficio stesso assegna loro per il fine sopra dichiarato, e non pagano alcun'altra imposta. L'ufficiale Nocher sottoscrive di suo pugno e appone il proprio sigillo.

Sottoscrizioni di Giovanni Giacomo Sizzo cancelliere vescovile, Gerolamo de Martini segretario vescovile; dei notai Michele Gentili di Pergine, Bernadino Goio e Francesco Grandi di Levico; di Bartolomeo Nocker vicario minerario e supremo delle selve in Primiero

Originali e copie
Lingua: italiano, latino
Strumenti di ricerca
1) "NOTARC. Il notariato e gli antichi archivi giudiziari. Riordino, inventariazione e valorizzazione dell'Archivio Pretorio di Trento", Trento, 2013; inventario basato sulle segnature precedenti, consultabile al link Archivi Storici del Trentino - Scheda progetto dell'inventario (cultura.trentino.it)
2) Repertorio informatizzato del fondo archivistico presso l'Archivio Storico del Comune di Trento, redatto sulla base dei riordini successivi e relative nuove collocazioni/segnature archivistiche.
Note
La datazione cronica indicata comprende complessivamente quella delle prodotte in causa, quella degli atti precedenti il dibattimento processuale (1671 aprile 16; 1678 gennaio 12, maggio 25, dicembre 12; 1679 gennaio 1, marzo 3, aprile 25-29), e quella degli atti del processo datati 1679 maggio 5 - 1679 dicembre 11, celebrato nella cancelleria del castello del Buonconsiglio, ivi compreso l'atto 5 maggio 1679 di citazione emesso dalla cancelleria dell'aula su citazione della parte Corobioli agente nei confronti della parte Gelmi daziale convenuta, con il quale prese formale avvio il dibattimento processuale. Sull'oggetto di questa causa si vedano i due documenti schedati in questo database, datati 13 settembre 1679 e 28 ottobre 1677, rogiti del notaio di Pergine Antonio Refatti, riguardanti il primo un contratto per la produzione e fornitura di carbone, il secondo il conseguente contratto di trasporto del carbone da Levico a Serso di Pergine, nei quali parte contraente e committente fu Carlo Corobioli, padre di Giovanni Battista che compare come attore e movente causa a nome proprio e del padre nel processo descritto in questa scheda.
Soggetto produttore
Cancelleria vescovile di Trento
Persone
Ambrogioni, Romerio da Bergamo (fonditore)
Corobioli, Carlo da Verona (imprenditore minerario)
Gelmi, Bartolomeo (daziale vescovile in Levico)
Lener, Giuseppe dal Primiero (minatore)
Nocher, Bartolomeo (vicario minerario e supremo delle selve in Primiero, sec. XVII/2)
Salvini, Giovanni da Bagolino (costruttore di fucine)
Stoner, Antonio detto "Urban" dal Primiero (minatore)
Corobioli, Giovanni Battista di Carlo da Verona (imprenditore minerario)